Diceva Petrini, uno storico del XVII sec., “Erano due le strade che da Roma conducevano in Palestrina: una chiamavasi Labicana… l’altra chiamatasi Prenestina, la quale intersecava Gabio, attraversava Palestrina, passava sotto Anagni ed andava a terminare in Benevento. Ambedue queste vie uscivano da una porta di Roma chiamata Porta Prenestina”, oggi Porta Maggiore.
Il Cammino di Santiago e il Giubileo del 2000 hanno dato nuovo slancio ai “Cammini” come la “Via Francigena” riconosciuta nel 1994 “Grande Itinerario Culturale Europeo” dal Consiglio d’Europa. La rete dei percorsi della Francigena riscopre la spiritualità attraverso il movimento, frutto del cammino, che si sposa con una nuova concezione di fede, sport e turismo. Ogni tratto di strada, variante, diverticolo, rappresenta un’opportunità di sviluppo importante per i paesi e in generale per i territori attraversati, tutti ricchi di storia, arte e santità.
Al progetto Francigena “nel” sud d’Italia l’arch. Paolo Walter Di Paola lavora dal 2004 lavorando soprattutto al tratto sostanzialmente collinare che da Roma s’inoltra nella Ciociaria, passa tra i monti Prenestini-Ernici e i colli Tuscolani per incunearsi nella Valle del Sacco. L’esistenza di questo percorso ha reso possibili molteplici scambi commerciali e culturali già a partire dall’VIII sec. a.C. Ne danno testimonianza le innumerevoli tracce in tutta l’area di epoca fenicia, etrusca e romana sino ai giorni nostri. Percorso lentamente abbandonato e per questo si è persa la visione complessiva, soppiantato da nuove vie di collegamento, in funzione delle mutate esigenze dei singoli comuni.
La sua riattivazione è in corso su un’area che ha il privilegio di non essere compromessa dallo sviluppo industriale e si presenta ancora quasi integra dal punto di vista naturalistico-ambientale.
Lungo l’itinerario esistono ancora strutture e servizi che hanno mantenuto la loro vocazione storica connessa alla Via, mentre altri edifici e infrastrutture possono essere recuperati e/o riconvertiti ad un uso idoneo alle esigenze del pellegrino-turista.
L’offerta turistica rappresentata dalla “Francigena nel sud” non è perciò tradizionale, di tipo contemplativo, con standard, stilemi e confort preconfezionati, è un ritorno a quel modo di percorrere i luoghi e la storia, tipico dei viaggiatori e dei pellegrini. Un atteggiamento di scoperta dei dettagli, del patrimonio culturale diffuso, che favorisce lo scambio interpersonale tra chi viaggia e con chi vive sul posto, nel più ampio senso di conoscenza della cultura autentica del luogo, fatta di tradizioni popolari, usi, costumi, prodotti tipici, enogastronomia.